domenica 31 luglio 2011

Wilma Bucci


di Piero Porcelli



Wilma Bucci è docente e direttore di ricerca presso il Derner Institute della Adelphi University di New York. E' una psicoanalista che potremmo inquadrare all'interno di quel composito e variegato movimento internazionale della sperimentazione clinica e della ricerca empirica e teorica denominato "integrazione psicoterapeutica". Al di là delle etichette, però, la Bucci sta tentando un suo personale percorso di ricerca per allargare gli orizzonti della psicoanalisi freudiana verso i contenuti delle neuroscienze, da un lato, e delle scienze cognitive, dall'altro. Si tratta di un'operazione teorica tutt'altro che semplice e non facilmente accettata ma che senza dubbio contiene interessantissimi spunti di riflessione tanto sulla teoria quanto sulla pratica clinica. Fra i suoi contributi, il lettore italiano può far riferimento al suo libro più importante (Psychoanalysis and Cognitive Science, Guilford Press, New York 1997) tradotto in italiano da Giovanni Fioriti Editore di Roma nel 1999 (Psicoanalisi e scienza cognitiva) e ad un articolo (The multiple code theory and the "third ear": the role of theory and research in clinical practice) pubblicato su Psichiatria e Psicoterapia Analitica (1999; 18, 4: 299-310).



La Bucci è nota per il suo modello denominato teoria del codice multiplo che costituisce un approfondimento della differenziazione freudiana del processo primario e secondario. Nella teoria del codice multiplo vengono differenziate tre modalità fondamentali in cui gli esseri umani elaborano le informazioni, comprese quelle emotive, e formano rappresentazioni interne: il modo subsimbolico nonverbale, il modo simbolico nonverbale ed il modo simbolico verbale. L'elaborazione subsimbolica riguarda tutti quegli stimoli (dai sentimenti alle informazioni motorie e sensoriali) non-verbali che vengono processati "in parallelo": ad esempio, riconoscere le emozioni nell'espressione facciale altrui o comporre un brano musicale o riconoscere una voce familiare nella confusione di una festa o arrivare di testa su un cross al momento giusto e all'altezza giusta o, per restare su un terreno più professionale, intuire il timing dell'interpretazione al paziente. L'elaborazione simbolica non-verbale riguarda invece quelle immagini mentali (un volto, una musica, un'espressione o, come cantavano i Beatles, something in the way she moves attracts me like no other woman) che, pur presenti alla coscienza, non possono essere tradotte in parole. La modalità simbolica verbale, infine, riguarda quel potentissimo strumento mentale mediante il quale l'individuo comunica il proprio mondo interno agli altri e conoscenza e cultura vengono trasmesse da un individuo ad un altro. Nel modello della Bucci, i tre sistemi sono governati da principi differenti ma sono anche ovviamente connessi. Per restare nell'esempio dei Beatles, l'emozione provocata da una donna è collegata all'immagine del suo modo di camminare e questa emozione intensa è stata trasformata in parole nel testo di una canzone. La Bucci definisce "processo referenziale" tale complessa connessione che va chiaramente in senso bidirezionale dalle emozioni alle parole e viceversa ed ha anche elaborato strumenti di assessment dell'Attività Referenziale. Gli "schemi emotivi" costituiscono uno dei maggiori organizzatori delle rappresentazioni interne e determinano il modo di costruire esperienze, relazioni interpersonali, esprimere i propri stati emotivi. Da questo punto di vista, sono molto vicini ad altri costrutti cognitivi e psicoanalitici come gli internal working models di Bowlby o il Core Conflictual Relationship Theme di Luborsky. Ne deriva che ogni stimolo interno o esterno che elaboriamo attiva schemi mentali di relazioni (in prima istanza quelli originari derivati dai primi scambi con la figura materna o un suo sostituto) e schemi non-verbali simbolici e subsimbolici di sensazioni, pensieri, attese, comportamenti immagazzinati in memoria. In tal senso, il trattamento psicologico è un tentativo di riparare le scissioni avvenute fra i tre sistemi e di modificare gli schemi emotivi, ossia di connettere o ri-connettere le esperienze patologiche subsimboliche dissociate con la modalità simbolica di esperienza.



Nel lavoro qui riportato, la Bucci illustra la possibilità di applicare la sua teoria del codice multiplo al processo di somatizzazione. Il processo di malattia somatica appare come una dissociazione fra i pattern sensoriali e motori di espressione delle emozioni e le parole, intese come rappresentazioni simboliche degli oggetti di cui facciamo esperienza a livello subsimbolico. Al lettore che ha familiarità con la letteratura psicosomatica apparirà subito evidente come questo modello sia vicinissimo al costrutto di alexithymia ed al concetto di "disregolazione affettiva" elaborato dal gruppo di Toronto composto da Taylor, Bagby e Parker (di cui abbiamo pubblicato su PM la traduzione del lavoro Intelligenza emotiva e cervello emotivo: punti di convergenza e implicazioni per la psicoanalisi. Se la traduzione di alexithymia può essere "emozioni senza parole", il modello di somatizzazione secondo il codice multiplo della Bucci può diventare "stati somatici senza simboli". In questo senso, il lavoro della Bucci si colloca nel movimento contemporaneo della psicosomatica (su cui convergono linee di ricerca diverse, dalla psicoanalisi alle neuroscienze alle teorie cognitiviste) che mira a ripensare le malattie oltre la vetusta dicotomia mente/corpo o malattie organiche e malattie psichiche. L'ultima parte del lavoro riguarda alcune proposte tecniche di trattamento analitico per i pazienti con somatizzazione. Coerentemente con il suo modello, la Bucci ipotizza di produrre connessioni interne nel paziente mediante la focalizzazione dell'attenzione sul sintomo somatico o sul dolore fisico piuttosto che indurre il paziente a distrarsi dalla condizione di malattia. Chi lavora in psicoterapia con i pazienti somatici si renderà subito conto che questa proposta tecnica è in qualche modo sconcertante, il che fa aumentare l'interesse verso i contenuti del lavoro di Wilma Bucci che qui presentiamo.


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