Ogni evento di separazione nella vita dell’individuo può essere considerato come una possibilità di maturazione personale, ma anche come un momento di rischio.
La prima separazione si verifica al momento della nascita quando il bambino si distacca dal corpo della madre e inizia a vivere in un nuovo ambiente dove impara a conoscere se stesso e il mondo. Ancora, un’altra separazione avviene con lo svezzamento: il bambino si percepisce come un essere separato dalla madre.
L’ansia di separazione è un fenomeno legato ai vissuti delle relazioni con l’oggetto che si esprimono in determinati comportamenti.
Il processo di superamento dell’ansia di separazione è inserito nel percorso evolutivo dell’individuo e porta alla percezione di se stesso come diverso dall’altro.
Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista della scuola inglese delle relazioni oggettuali, affronta la separazione dal punto di vista della relazione con l’oggetto; egli mette in evidenza l’importanza del rapporto madre – bambino e delle cure che la madre rivolge al proprio piccolo.
Winnicott parla dell’oggetto transizionale, ossia dell’oggetto a cui il bambino si lega particolarmente e che fa da ponte tra il bambino e la madre durante la separazione.
L’oggetto transizionale, di solito rappresentato da cose morbide come coperte e animali di pezza, media il passaggio dalla fase di assoluta onnipotenza, secondo la quale il bambino pensa di creare i propri oggetti, infatti quando la mamma lo allatta crede di aver creato lui il seno materno, alla fase di relazioni oggettuali.
L’autore afferma che la madre influenza lo sviluppo del bambino in due funzioni importanti: holding e specchio.
L’holding consiste nella comprensione dei bisogni del bambino, andare incontro alle esigenze del bambino e contenere le ansie per permettere lo sviluppo del senso di unità e continuità del suo vissuto interiore.
La madre svolge la sua funzione di specchio quando il bambino vede riflesso nel suo volto se stesso: se la madre è attenta alle esigenze del bambino egli si sente buono e desiderato; altrimenti, se il bambino trova nella madre un’espressione di tensione e ansia, egli si percepisce come cattivo.
Alla base dello sviluppo del Sé del bambino, Winnicott pone l’attenzione a tre processi:
- l’integrazione, che nasce dal costituirsi nel bambino di un senso di unità; il bambino passa da una confusa percezione di sé alla percezione di sé come di un tutto unico e unitario. Infatti, nel bambino sono presenti tante percezioni provenienti dall’esterno, inizialmente dalla madre percepita come non differenziata da sé, poi queste esperienze acquisiscono un certo ordine e attivano nel bambino il senso di esistere e l’inizio dell’integrazione della parti del proprio Sé;
- la depersonalizzazione, secondo cui il bambino percepisce il legame tra corpo e psiche e la figura materne è percepita come distinta da Sé;
- l’acquisizione del senso della realtà, che nasce dalla realizzazione dei due precedenti processi.
La separazione è un processo considerato costruttivo perché contribuisce allo sviluppo del Sé, ma il distacco madre – bambino crea in quest’ultimo uno stato d’ansia, chiamata ansia di separazione.
Anche se Winnicott non esplicita attraverso i suoi scritti il concetto di ansia di separazione, questo può essere dedotto facendo riferimento all’ “area intermedia d’esperienza”.
L’ansia nel bambino nasce quando egli inizia a percepire la madre come diversa da sé. Esiste in lui una spinta interna che lo porta a separarsi dalla madre perché il bambino tende ad esplorare il mondo esterno separandosi spontaneamente dalla madre. Però, il processo di separazione porta il bambino a vivere l’ansia di non rivedere più la madre ed egli, per attenuare l’ansia, sostituisce la madre con l’oggetto transizionale, che può essere l’angolo di una coperta o un pupazzo di peluche, attraverso cui egli affronta il distacco dalla madre e allevia l’angoscia di perderla.
Nel momento della separazione, il bambino sente forte il bisogno di ricongiungersi alla madre, e questo avviene attraverso un oggetto utilizzato come difesa contro l’angoscia della perdita della madre.
Per comprendere come nasce l’ansia di separazione, secondo Winnicott, si deve fare riferimento ad un’area ipotetica tra il bambino e l’oggetto durante la fase della percezione dell’oggetto come non – me, cioè quando il bambino percepisce di non essere più fuso con l’oggetto.
Quando il bambino separa la madre dal Sé si trova a colmare uno spazio chiamato potenziale, utile per il bambino solo se la madre o la figura che si occupa di lui è riuscita ad attivare in lui la fiducia soddisfacendo i bisogni di dipendenza del piccolo.
Lo spazio potenziale non si trova né dentro né fuori l’individuo, ma è nel momento in cui avviene la condivisione di un determinato momento.
Il bambino fronteggia l’ansia causata dalla separazione dalla madre attraverso l’uso dei fenomeni transizionali: quando la madre o la figura di riferimento è assente per poco tempo, il bambino non modifica il proprio comportamento perché in lui è presente un’immagine interna della madre che dura per poco tempo; mentre, se l’assenza della madre si prolunga, la rappresentazione di lei può svanire e il bambino non è in grado di vivere il fenomeno transizionale.
In alcuni casi, prima della perdita della madre, i bambini esagerano nell’uso di un oggetto transizionale per paura di perderlo: in tal senso, un caso clinico seguito personalmente da Winnicott è quello di un bambino di sette anni che, negli anni ’50 , fu accompagnato dalla madre e dal padre presso l’ospedale di Paddington Green, reparto di psicologia, per sintomi che indicavano un disturbo del carattere.
Nella prima intervista con i genitori, Winnicott ha osservato che la madre era una persona depressa, ospedalizzata a causa di una depressione.
La prima separazione importante tra la madre e il bambino avvenne alla nascita della sorella e un’ulteriore separazione avvenne per un’ospedalizzazione della madre a causa della depressione. Nel periodo della lontananza dalla madre, il bambino sviluppò una compulsione a leccare cose e persone, a fare rumori con la gola, rifiutandosi di andare di corpo e sporcandosi.
Poi Winnicott incontrò il ragazzo da solo e partecipò al gioco dello scarabocchio: nei disegni appariva un laccio, e a tal proposito i familiari riferiscono che il bambino era ossessionato dai lacci, infatti nella sua stanza erano stati trovati lacci che univano insieme tavoli, sedie e cuscini.
Per Winnicott fu evidente la paura della separazione del bambino dalla madre e il tentativo di diniego del bambino verso questa paura attraverso l’uso del laccio.
Dopo dieci anni di cure e interventi, il ragazzo non guarì e in adolescenza sviluppò nuove abitudini relative alle droghe, e non fu mai capace di abbandonare la famiglia tanto che fallirono tutti i tentativi di sistemarlo lontano.
Dunque, secondo Winnicott, l’ansia di separazione è attivata dalla paura di perdere la madre. Alla separazione dall’oggetto buono, il bambino può reagire con l’aggressività; il sentimento di odio, infatti, stimola comportamenti e fantasie aggressive nel bambino, che vogliono esprimere un disagio.
Per spiegare l’aggressività, Winnicott ricorre alla teoria di Melanie Klein. Secondo la Klein, le fantasie distruttive compaiono nel bambino quando si separa dalla madre durante lo svezzamento, periodo di ansia per il bambino che pensa che la madre non voglia più nutrirlo a causa dei suoi pensieri aggressivi. Il bambino è angosciato perché, trovandosi nel momento di onnipotenza, crede che i suoi impulsi vadano a danneggiare l’oggetto.
Per Winnicott, l’aggressività può essere una reazione alla frustrazione per la separazione; il bambino vive tappe dello sviluppo dell’aggressività: all’inizio, il bambino non ha consapevolezza della tendenza distruttiva che sente verso la madre; a cinque – dieci mesi sviluppa la fase dell’interessamento in cui acquisisce la consapevolezza delle proprie percezioni costruttive e distruttive.
Queste fantasie possono manifestarsi nella realtà, ad esempio, il lattante morde il seno della madre con conseguente fuoriuscita di sangue. Ciò avviene se il bambino è eccitato o frustrato, ma non sempre il bambino quando sente l’impulso aggressivo vuole manifestarlo, anzi tende a nasconderlo per proteggere le cose che ama e che sente in pericolo.
Quando le forze distruttive minacciano il bambino, egli cerca di proteggersi riversandole all’esterno: così, può controllare gli istinti senza reprimerli. L’aggressività, oltre ad essere una reazione alla separazione, rappresenta una modalità costruttiva per lo sviluppo dell’individuo.
L’ansia di separazione può attivare nel bambino, oltre che l’aggressività, anche il senso di colpa verso la madre.
Winnicott, per spiegare il senso di colpa, fa riferimento alla teoria freudiana: Freud considera il senso di colpa un’angoscia speciale causata dall’ambivalenza di amore e odio, come accade nel periodo edipico quando il bambino prova senso di colpa a causa dell’ansia provocata dalla paura della perdita dell’affetto del genitore.
Il bambino non è in grado di sopportare il senso di colpa e ha paura delle idee aggressive che ha verso la madre. La soluzione di questo conflitto è nella capacità di riparazione: se la madre affronta la situazione in modo amorevole, il bambino percepirà questa esperienza come buona e potrà riparare l’immaginazione dannosa nei confronti della madre.
Winnicott considera il senso di colpa come un elemento costruttivo nello sviluppo dell’individuo ed è utile a superare l’ansia di separazione. Un’adeguata separazione e differenziazione implica un graduale processo di superamento di queste situazioni conflittuali.
Il superamento dell’ansia di separazione avviene attraverso alcuni processi dinamici che portano alla percezione del “contenimento” della madre, alla graduale integrazione degli elementi della propria identità separata dall’oggetto e allo sviluppo della capacità di essere solo.
La percezione del “contenimento” coincide con l’holding, che la madre esprime con cure fisiche e assistenza verso il bambino: attraverso la percezione del contenimento della madre aiuta infatti il bambino a fronteggiare l’ansia della separazione , in quanto una buona percezione della madre lo aiuta ad avere fiducia in se stesso e negli altri; una sufficiente fiducia di base aiuta il bambino a fronteggiare nel modo più adeguato possibile il distacco dalla madre.
Tenere in braccio e sostenere il bambino da parte della madre portano all’integrazione graduale dei sentimenti, selle sensazioni, degli stimoli, dei momenti di sconforto che il bambino prova ogni giorno. Le relazioni interne buone introiettate dal bambino in modo strutturato e stabile possono aiutarlo ad avere una ferma fiducia in sé e nella situazione che affronterà in futuro.
Winnicott ha affermato che l’ansia di separazione nasce e si sviluppa quando si crea il distacco del bambino dalla madre e di conseguenza la percezione della madre come un qualcosa diverso da sé.
Egli ha il merito di aver rivalutato l’importanza delle cure materne nello sviluppo del bambino e di aver evidenziato gli elementi fondamentali affinché questo sviluppo possa essere favorito.
L’ansia di separazione è un argomento che ha delle forti ripercussioni a livello educativo. I genitori hanno il compito di migliorare la qualità del tempo che trascorrono con i propri figli per offrirgli stimolazioni utili per il loro sviluppo. Gli educatori, invece, possono aiutare i genitori a costruire un buon rapporto con i figli dando loro indicazioni utili per poter affrontare il momento della separazione nel modo più sereno ed equilibrato.
L’ansia di separazione è quindi un vissuto, nella vita di un bambino e di un adulto, molto significativo, e in quanto tale deve essere percepito in modo adeguato e affrontato con le giuste modalità.
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