Lo sviluppo è una sequenza ordinata di cambiamenti del comportamento in determinate direzioni; è un processo continuo che include, nell’organismo umano, cambiamenti e nuove capacità risultanti da due processi quale la maturazione e l’apprendimento: la maturazione comporta cambiamenti strutturali dell’organismo a livello somatico e psichico; l’apprendimento è il processo attraverso cui un’attività sorge e si modifica per mezzo di un addestramento.
Lo sviluppo è descritto dai vari autori e dalle teorie di riferimento attraverso la suddivisione in stadi o fasi, che sono periodi di tempo attraverso cui si osservano precisi e identificabili cambiamenti qualitativi ordinati in sequenza gerarchica o temporale.
La teoria di Freud individua tre fasi ( orale, anale, fallica ) , che hanno luogo prima dei cinque anni d’età; poi descrive il periodo di latenza e la fase genitale.
Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica, che ha descritto il ruolo dei complessi e l’inconscio collettivo, parla di due periodi di fondamentale importanza: quello prima dei trentacinque anni e quello dopo questa età. Prima dei trentacinque anni, la persona è piena di forza utilizzata per apprendere un mestiere, per il matrimonio, per i figli; dopo i trentacinque anni, la persona è meno energica ed ha acquisito saggezza.
Harry Sullivan, Alfred Adler, Karen Horney, Erich Fromm pongono in rilievo il ruolo dei fattori sociali e culturali e delle relazioni interpersonali all’interno della famiglia, nella formazione della personalità.
Erik Erikson ritiene che la personalità si sviluppi per tutto il ciclo vitale della persona.
Esistono diverse teorie sullo sviluppo. Le teorie dello sviluppo più utilizzate sono:
- la teoria cognitiva, con gli studi di J. Piaget, secondo il quale è necessaria un’attiva partecipazione del bambino al suo ambiente per uno sviluppo corretto;
- la teoria dell’apprendimento, che da importanza all’apprendimento sociale nei primi anni di vita per l’acquisizione di abitudini comportamentali;
- la teoria psicodinamica di K. Lewin, secondo il quale ogni evento psicologico va collocato all’interno dello spazio di vita individuale. Si parla di psicologia topologica, cioè spazio fisico applicato allo spazio psicologico in cui la persona vive;
- la teoria organiosmica di Werner concepisce lo sviluppo umano come un processo autocostruttivodi interazione tra fattori organistici e fattori ambientali;
- la teoria psicoanalitica, iniziata da S. Freud, si è interessata soprattutto dei problemi emozionali e dei conflitti interni nella formazione della personalità. Uno degli autori che ha approfondito e ampliato le intuizioni freudiane è E. Erikson.
E sono proprio Freud ed Erikson i due autori che qui si vogliono descrivere circa le loro affermazioni sulla fase adolescenziale.
Il fondatore della psicoanalisi conseguì la laurea in medicina presso l’Università di Vienna e studiò per un anno a Parigi con il grande psichiatra francese Jean Charcot. Insoddisfatto dei matodi terapeutici usati in quel tempo, adottò il metodo delle libere associazioni, elaborato originariamente da un suo collega viennese, Joseph Breuer. Questo fatto segnò l’inizio della psicoanalisi.
Erikson, dopo le scuole superiori, trascorse un anno in viaggio per l’Europa per trovare una strada per la sua vita futura. Decise di diventare pittore e di insegnare arti figurative.
Durante il periodo in cui insegnava in una piccola scuola privata a Vienna, entrò in buoni rapporti con la famiglia Freud e, incoraggiato da Anna Freud, cominciò a studiare psicoanalisi presso la Società di Psicoanalisi di Vienna. Negli anni ’30 si trasferì negli Stati Uniti ed ebbe incarichi ad Harvard dove nel 1970 concluse la sua attività accademica.
Egli è un autore di orientamento psicodinamico che sostiene che l’Io è autonomo e lo sviluppo della personalità investe l’intero arco di vita, con tappe che si caratterizzano per il superamento di compiti e conflitti psicosociali.
Freud pone attenzione all’Es, che rappresenta l’inconscio dove sono contenute le pulsioni, gli elementi rimossi, cioè quelli allontanati dalla coscienza, da presente. Si basa sul principio di piacere che è la scarica immediata della tensione per ristabilire l’equilibrio (es. : il bambino piccolo che aspetta il seno materno non è capace di ritardare la gratificazione).
Erikson pone attenzione all’Io, che è quella parte più strutturata e più organizzata della personalità, e che fa da mediatore tra l’Es e il Super – Io, quest’ultimo che rappresenta l’interiorizzazione delle norme e permette lo sviluppo della coscienza morale.
Freud considera il triangolo padre–madre–bambino e le relative dinamiche, mentre Erikson considera il triangolo madre–padre–bambino in relazione con l’ambiente socio –culturale.
Ancora, Freud concentra la sua attenzione sullo sviluppo patologico, mentre Erikson afferma che è necessario il superamento di crisi per la crescita. Infatti, ogni fase di sviluppo è caratterizzata da crisi intesa come svolta.
Per Erikson, la soluzione dei momenti critici, cioè delle crisi, porta alla formazione di attitudini di base positive o negative che sono atteggiamenti derivanti dalle esperienze di relazioni stabilite tra l’Io e il suo ambiente psico – sociale. L’autore utilizza l’espressione “senso di …” per indicare la sensazione di aver acquisito una certa qualità o frustrazione nel tentativo di acquisire la qualità.
Ad ogni attitudine di base positiva corrisponde una virtù psicologica, una forza attiva dell’Io; mentre, al contrario, si crea una debolezza dell’Io che comporta disfunzioni e difficoltà di relazionarsi.
L’esistenza di stadi nello sviluppo della personalità è stata postulata sia da Freud che da Erikson. Freud considera cinque fasi dello sviluppo psicosessuale, considerando l’importanza dei primi anni di vita nella formazione della personalità. Dunque, descrive le fasi: orale, anale, fallica, il periodo di latenza e la fase genitale. Le cinque fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson comprendono le fasi: incorporativa, muscolare, spaziale, produttiva, adolescenziale.
Fino alla pubertà, le fasi descritte dai due autori coincidono tra loro, mentre le seguenti descritte da Erikson sono tre fasi innovative di vita adulta: fase della giovinezza, fase dell’età adulta, fase dell’età senile.
La fase orale trova corrispondenza con la fase incorporativa ( 0 – 1 anno): per Freud, il bambino si interessa alla madre perché ne è gratificato attraversi il cibo. Con il passaggio dalla suzione allo svezzamento, il bambino prova sentimenti di amore – odio verso la madre, che è cattiva e frustrante finché il bambino non risente più della mancanza della suzione.
Mentre Erikson non si ferma alla gratificazione che il bambino riceve dalla madre attraverso la suzione, ma il bambino è ricettivo anche al piacere di essere cullato, riscaldato, stimolato col sorriso e con la parola. Le attitudini di base che possono svilupparsi sono la fiducia e la sfiducia a seconda del comportamento adeguato e inadeguato della madre.
La virtù che si sviluppa è la speranza, cioè la convinzione della realizzabilità dei desideri sentiti come importanti dal bambino.
La fase anale di Freud corrisponde alla fase muscolare di Erikson ( 1 – 3 anni) : la fonte di piacere si sposta dalla zona orale alla zona anale, ed eliminazione e ritenzione sono fonti di piacere lipidico.
Freud afferma che l’eliminazione rappresenta un regalo che il bambino fa per provare la sua obbedienza, e con la ritenzione vuole che sia concessa attenzione da parte delle figure genitoriali. L’igiene corporale porta ad un primo abbozzo del Super – Io.
Per Erikson, il bambino è capace di controllare gli sfinteri anali e uretrali.
Può acquisire il senso di autonomia se i genitori concedono libertà in alcune aree e intransigenza in altre; la virtù è la volontà, per cui il bambino impara a volere ciò che è realizzabile.
La fase fallica e la fase spaziale ( 3 – 6 anni) vedono spostare la fonte di piacere sulla zona genitale; per gli autori, il bambino è interessato e incuriosito dalle differenze anatomiche tra i sessi e dall’esplorazione manipolazione degli organi genitali.
Per Freud, in questa fase si sviluppa il complesso di Edipo, un insieme organizzato di desideri amorosi e aggressivi per lo più inconsci che il bambino sperimenta nei confronti dei genitori.
Il suo superamento avviene con l’identificazione del bambino col genitore del proprio sesso, e ciò porta alla scelta del sesso psicologico appropriato. Si sviluppa il Super – Io, paragonabile ad un censore nei confronti dell’Io, ad un giudice che media tra gli impulsi dell’Es e la morale del Super – Io.
Anche per Erikson si risolve qui il legame edipico, per cui si ristrutturano i rapporti affettivi con la madre e si stabiliscono relazioni più ampie e meno esclusive.
Si sviluppa l’attività di base dell’iniziativa, per cui si pianifica e c’è il piacere di essere attivo. O si può sviluppare il senso di colpa per essersi comportato in maniera aggressiva o inadeguata rispetto alle aspettative. La virtù è la fermezza dei propositi, cioè perseguire scopi validi che ci si è posti.
Il periodo di latenza freudiano e la fase produttiva eriksoniana, le fasi che poi aprono all’adolescenza, non presentano grandi problemi da rilevare: il Super – Io si organizza maggiormente e si struttura definitivamente grazie a educazione, morale e religione, e vengono acquisite le conoscenze che permettono alla persona di inserirsi nella società a cui si appartiene.
L’adolescenza è una fase di passaggio che inizia con la pubertà e si conclude con l’ingresso dell’individuo nel mondo degli adulti; si inizia da un cambiamento fisico e si termina con l’assunzione di responsabilità e la maturità. Le idee prima accettate passivamente vengono riesaminate dal giovane con spirito critico
L’adolescenza è un periodo della vita che appartiene all’arco di sviluppo della personalità.
Nella fase genitale, che corrisponde all’adolescenza, avviene, secondo Freud, una riattivazione delle pulsioni sessuali e l’amore è altruistico e non più possessivo e utilitaristico come nelle fasi precedenti dove il bambino era centrato sulla propria gratificazione. Si verifica il passaggio alla relazione eterosessuale che comporta approcci, ritiri, rifiuti, per cui la persona impara gradualmente ad affidarsi emotivamente ad un’altra persona.
Si verifica il meccanismo della sublimazione, per cui il giovane sa canalizzare sentimenti e situazioni in modo accettabile; preferisce stare con gli amici e poi in compagnia dei genitori. Infatti, è qui che l’adolescente si mostra molto interessato alle attività di gruppo, ai progetti sociali.
La fase adolescenziale eriksoniana è caratterizzata dalla ricerca del senso di identità che è importante per dare un senso alle scelte professionali e sessuali. Ma si può sviluppare, altrimenti, il senso di dispersione, che può provocare insicurezza, confusione circa i ruoli e l’identità.
L’Io sviluppa la propria identità superando le identificazioni infantili con i genitori. La virtù che si sviluppa è la fedeltà, cioè la capacità di restare coerenti ai principi scelti.
Freud conclude la descrizione delle fasi dello sviluppo psicosessuale con la fase genitale, il cui superamento dovrebbe prevedere lo sviluppo e la formazione dell’uomo normale: l’uomo normale è l’uomo genitale che sa “amare e lavorare” .
Erikson continua la descrizione dello sviluppo della personalità delineando altre tre fasi:
- la fase della giovinezza, dove la persona è capace di un rapporto intimo con sé. L’attitudine di intimità e solidarietà implica la capacità di stabilire rapporti di amicizia e solidarietà, contro il senso di isolamento. La virtù è l’amore, che è la capacità di reciprocità alla luce dell’esperienza di essere adulti;
- la fase dell’età adulta, dove l’adulto ha bisogno di sentirsi utile e di prendersi cura.
C’è la possibilità di acquisire il senso di generatività contro la preoccupazione esclusiva di sé. L’adulto si preoccupa di creare e guidare la nuova generazione; la virtù che si manifesta è la sollecitudine, cioè la preoccupazione per ciò che è stato generato; - la fase dell’età senile, con l’acquisizione del senso di integrità contro il sentimento di disperazione. L’individuo sintetizza la sua esperienza vitale e la virtù che sviluppa è la saggezza, che si manifesta nell’interesse per la vita e si conclude con la morte.
La mancanza di integrità si esprime in un sentimento di disperazione, secondo cui l’individuo capisce che il tempo è troppo breve per cominciare un’altra vita diversa
nasconde la sua disperazione dietro l’amarezza. Superata la disperazione, c’è la consapevolezza di poter offrire alle nuove generazioni un esempio di chiusura di stile uno di vita.
Una differenza che emerge circa lo sviluppo della personalità descritto da Freud e quello descritto da Erikson è che, dopo la fase adolescenziale, Erikson descrive fasi che sono innovative; il modello eriksoniano si distingue da quello freudiano nel valorizzare gli eventi, le esperienze individuali, pur non abbandonando il modello dinamico, pulsionale e topico di Freud.
Secondo Erikson, il tema centrale della vita di ogni individuo è la ricerca dell’identità.
Nel processo di costituzione dell’identità è necessario riferirsi alle fasi di sviluppo psicologico del bambino e ai processi di identificazione col genitore.
Contributo dell’opera freudiana è la considerazione della sessualità infantile che si
manifesta in modo diverso da quella dell’adulto.La fenomenologia psichica è concepita come risultante dell’equilibrio dinamico tra la spinta delle pulsioni lipidiche e aggressive, l’influenza della realtà, gli interessi e le capacità funzionali dell’Io, i propri ideali e valori morali.
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