sabato 29 settembre 2007

Amore e narcisismo. I contributi di M. Balint e H. Kohut











Non solo l'amore - come afferma Zanuso nella presentazione di Capacità d'amare - ma anche il narcisismo dunque pare ormai paragonabile ad " uno strano augello, nessun lo può dimesticar" come si canta nella Carmen di Bizet. Ma se la parola amore nasce con l'uomo e ha da sempre manifestato il suo carattere fondamentalmente inaccessibile alla logica e alla ragione, il termine narcisismo non può pretendere di essere posto sullo stesso piano. E' stato coniato circa un secolo fa, nell'ambito della ricerca psicologica e al semplice e preciso scopo di definire alcuni fenomeni, sostanzialmente patologici. Si è poi trasformato, con Freud, nella definizione di vari fenomeni psichici anche molto diversi tra di loro.


Ad ogni modo, qualunque sia la particolare sfumatura o prospettiva che si voglia privilegiare nel definire e connotare le condizioni di vita originarie, ciò che oggi non è più sostenibile è l'idea della libido totalmente concentrata sul soggetto e del beato isolamento. Gran parte degli psicoanalisti contemporanei, infatti, sono ormai certamente pronti ad accogliere e a condividere l'invito lanciato negli anni trenta da Michael Balint: Secondo me è giunto per noi analisti il tempo di prendere coscienza -insieme coi biologi- della fine del mito dell'ameba.Uno stretto legame tra eros e narcisismo ci viene anche confermato dalle diverse interpretazioni - in termini di complessi narcisistici - delle necessità seduttive del Don Giovanni: la conferma di valore del proprio Sé gli è offerta dalle numerose donne che, senza ricevere nessun affetto reale in cambio, gli si donano totalmente.


Il parallelismo di questo aspetto con l'idea di amore primario e della non considerazione dell'Altro può essere illustrato indirettamente anche dalla seguente osservazione di Stendhal: Don Giovanni abiura tutti i doveri che lo legano al resto degli uomini. Nel grande mercato della vita, egli è un negoziante in malafede che prende sempre e non paga mai. Il pensiero dell'eguaglianza gli ispira la rabbia che l'acqua dà all'idrofobo.


Cercando ora di sintetizzare - e rinviando ad un prossimo lavoro l'approfondimento della questione - potremmo individuare i tre ambiti psicologici che vengono continuamente sovrappposti nel dibattito sul narcisismo:


a) l'assenza di confini corrispondente alla dimensioni più estatiche e beate dell'eros: innamoramento, orgasmo, creatività (narcisismo primario).


b) quei processi di separazione psicologica e di costituzione della propria identità che conseguono agli inevitabili fallimenti della realtà nel soddisfare le aspettative fusionali del soggetto (narcisismo sano).


c) la profonda sofferenza psichica determinata dall'impossibilità radicale di venire a patti con la realtà, dalla necessità di rinchiudersi in forme relazionali fortemente distorte (narcisismo patologico).E' difficile che un solo termine possa sostenere il peso di rappresentare l'insieme di tutti questi fenomeni psichici. Credo che riservare il concetto di narcisismo soltanto al terzo degli ambiti indicati, potrebbe consentire una notevole chiarificazione delle controversie teoriche.Il parallelismo di questo aspetto con l'idea di amore primario e della non considerazione dell'Altro può essere illustrato indirettamente anche dalla seguente osservazione di Stendhal: Don Giovanni abiura tutti i doveri che lo legano al resto degli uomini. Nel grande mercato della vita, egli è un negoziante in malafede che prende sempre e non paga mai. Il pensiero dell'eguaglianza gli ispira la rabbia che l'acqua dà all'idrofobo.Cercando ora di sintetizzare - e rinviando ad un prossimo lavoro l'approfondimento della questione - potremmo individuare i tre ambiti psicologici che vengono continuamente sovrappposti nel dibattito sul narcisismo:a) l'assenza di confini corrispondente alla dimensioni più estatiche e beate dell'eros: innamoramento, orgasmo, creatività (narcisismo primario).b) quei processi di separazione psicologica e di costituzione della propria identità che conseguono agli inevitabili fallimenti della realtà nel soddisfare le aspettative fusionali del soggetto (narcisismo sano).c) la profonda sofferenza psichica determinata dall'impossibilità radicale di venire a patti con la realtà, dalla necessità di rinchiudersi in forme relazionali fortemente distorte (narcisismo patologico).E' difficile che un solo termine possa sostenere il peso di rappresentare l'insieme di tutti questi fenomeni psichici. Credo che riservare il concetto di narcisismo soltanto al terzo degli ambiti indicati, potrebbe consentire una notevole chiarificazione delle controversie teoriche.Augusto Aquilanti



   


Nessun commento:

Posta un commento