lunedì 17 settembre 2007

Principali fattori di rischio che possono avvicinare l’adolescente all’uso di sostanze psicoattive

L’uso di sostanze costituisce, oggi, un fenomeno di vaste proporzioni che è diffuso principalmente fra gli adolescenti e i giovani.



Provare una droga non rappresenta un fatto casuale o frutto di circostanze facilitanti, ma affinché l’adolescente decida di provare, occorre che egli abbia dapprima elaborato un posizione favorevole e che consideri questa eventualità piacevole e attraente, un’esperienza cioè in grado di rispondere a bisogni e aspettative per lui rilevanti in rapporto a diversi ambiti.



Tra i fattori di rischio principali che possono avvicinare l’adolescente all’uso di sostanze psicoattive ricordiamo:



 

I fattori genetico-familiari



Alcuni studi hanno dimostrato l’importanza di fattori ereditari nella genesi dell’alcoolismo e della tossicodipendenza. Tuttavia, al di là di fattori di predisposizione genetica, non sono da sottovalutare altre cause, pertanto possiamo attribuire l’insorgenza dei disturbi da abuso di sostanze a più fattori. E’ pur vero che spesso diverse cause si incontrano determinando l’avvicinamento dell’individuo ad una sostanza. Ad esempio, se consideriamo un adolescente figlio di tossicodipendenti, possiamo riscontrare una predisposizione genetica che viene ad associarsi ad uno scarso controllo da parte dei genitori troppo coinvolti nelle loro problematiche e spesso ad una frequentazione di “cattive compagnie”.



 

I fattori legati allo sviluppo intrauterino



L’esposizione del feto ad alcool, metadone o a sostanze psicoattive può determinare complicazioni ostetriche o danni alla struttura celebrale del neonato che possono provocargli deficit staturo-ponderale, alterazioni morfogenetiche, deficit maturativi del sistema nervoso centrale (ad es. microcefalia e idrocefalia, ipoacusia), iperattività, disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento.



 

I fattori psicosociali di rischio e i fattori protettivi



Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza del ruolo esercitato dal contesto familiare e sociale nell’avvicinare l’adolescente all’utilizzo di sostanze psicoattive.



Alcune problematiche familiari, quali conflitti genitoriali, regole educative troppo rigide o al contrario assenti, relazioni disfunzionali, possono creare un clima familiare non positivo per un’adolescente che già si trova in un momento complicato della sua esistenza. L’adolescenza rappresenta, infatti, anche lì dove si viva in un clima sereno, una fase densa di conflitti legati al passaggio dal mondo della fanciullezza a quello adulto.  



L’avvicinamento del giovane alla sostanza sembra essenzialmente collegato a:


  • La fase del ciclo di vita in cui si trova;

  • La ricerca di sensazioni forti;

  • L’esperienza di sé;

  • La regolazione delle emozioni;

  • Le relazioni con gli altri;

  • Lo stile di vita.





L’adolescente si trova ad affrontare profonde ed estese trasformazioni, in diversi ambiti della sua vita, legate all’esigenza di definire la propria identità, che possono creare in lui sentimenti di incertezza, di inadeguatezza, di scarsa fiducia in sé stesso. Quanto più l’adolescente avverte la difficoltà e il peso di affrontare e superare i compiti di sviluppo che sono specifici della sua fase di vita, tanto più aumenta la possibilità che la droga possa apparirgli l’unico mezzo per ridurre gli stati negativi dell’ansia, dell’angoscia, dell’incertezza, di tensione, di depressione e per meglio rispondere alle richieste del suo ambiente di vita.



Durante l’adolescenza appare inoltre molto forte il desiderio di trasgressione e la curiosità di sperimentare nuovi stili di comportamento anche ricercando esperienze rischiose.  L’esperienza con la droga per la sua illegalità e potenziale dannosità, costituisce una risposta efficace a tali bisogni.



A tali motivazioni si aggiungono il desiderio di sfidare i genitori andando contro le regole da loro imposte al fine di poter dimostrare la propria indipendenza. Infine, l’utilizzo di droghe può essere collegato al desiderio di partecipare alla cultura giovanile aderendo a comportamenti diffusi nel gruppo di pari.  



Talvolta l’adolescente apprende in famiglia che l’utilizzo di una sostanza, sia essa un farmaco, l’alcool o addirittura la droga, può rappresentare un valido aiuto per poter affrontare le difficoltà quotidiane. In un certo senso è come se si sentisse autorizzato, in quanto ha sempre osservato quelli che dovrebbero per lui essere dei modelli (i genitori) far uso di ausili esterni per poter affrontare i problemi.

Di Emilia Serafini

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