Per comprendere l'animo umano ormai bisogna studiare la realtà virtuale. Dopo l'interessamento degli psicologi al fenomeno "Second Life" ora è la volta del "Marvel Universe". Nato nel 2002 per volontà della famosa casa editrice di fumetti americana, la Marvel appunto, madre dei più famosi supereroi americani tra cui Spider Man, X-Man e i fantastici quattro, il Marvel Universe è una comunità virtuale, neanche a dirlo, in cui i fans dei fumetti possono costruire la storia dei personaggi e partecipare attivamente alla vita dei propri supereroi. Ovviamente questo gruppo di persone è diventato oggetto di studio: psicologi, sociologi e informatici hanno studiato le dinamiche di connessione che si stabiliscono tra gli internauti per giungere ad una conclusione illuminante: nella realtà virtuale gli individui tendono a ricostruire le dinamiche della vita quotidiana. Il supereroe, anche se continua ad avere la meglio sempre e comunque sul male, non è più un concentrato di forza fisica e virtù morali; con l'aiuto dei lettori è diventato più astuto e mediatore rispetto alla legge, in sostanza è diventato più "umano". In particolare i "cattivi" non sono più un coacervo di malvagità e bruttezza, ma cominciano ad avere fascino e seguaci. Tuttavia, tranquillizzano gli esperti, i supereroi conservano la caratteristica di vincere sempre e comunque sul male, l'unica differenza rispetto al passato è che la distinzione tra bene e male non è più così netta. Certo che se non ci si può fidare più neanche dei supereroi... | |||||
Fonte: Why superheroes always win. NewScientist.com 2 settembre 2007 |
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domenica 16 settembre 2007
La realtà virtuale cambia la figura del supereroe
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